Jannik Sinner conquista il primo titolo Slam vincendo gli Australian Open 2024. Gli stati d'animo di questa epica finale


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Jannik Sinner campione all'Australian Open 2024
Jannik Sinner campione all'Australian Open 2024

Diciamomolo pure: abbiamo sofferto, l'ansia ci ha investiti e, infine, l'adrenalina ha preso il sopravvento su tutto. Sofferenza, ansia e adrenalina sono gli step che hanno caratterizzato le 3 ore e 46 minuti di gioco di questa epica e, per noi italiani, storica finale. Questo titolo del Grande Slam, infatti, arriva dopo 48 anni dal Rolan Garros del grande Adriano Panatta ed è il primo in assoluto in Australia.

La sofferenza.  È cominciata dall'inizio della partita, quando il nostro Jannik Sinner è apparaso abbastanza contratto, intrappolato in uno stato confusionale tale da non riconoscere il nostro campione, colui che ha raggiunto la finale concedendo un solo set al mostro sacro Novak Djokovic. Fino al 6-3 5-2, tra servizio latitante, scambi da fondo campo fuori misura e palle corte inopportune, abbiamo vissuto male: stavamo assistendo a una guerra lampo e sul campo di battaglia c'era il nostro Jannik incredulo allo scempio di se stesso. Da questo punto in poi abbiamo assistito a una piccola ripresa, non sufficiente a lasciare per strada anche il secondo set, chiuso per 6 giochi a 3 a favore di Daniil Medvedev.

L'ansia. Quanto stava accadendo ci proiettava attoniti verso il terzo set, e quei segnali di ripresa che avevamo intravisto alla fine del secondo cominciavano a dare i loro frutti, oleando quegli ingranaggi che sembravano grippati. Poco a poco il campione ritrova se stesso e noi molliamo l'ansia garantendoci una respirazione più fluida e pacata, spezzata soltanto dal grido di gioia del 6-4 del terzo set a favore dell'italiano. Non potevamo di certo rilassarci, ma cominciavamo a intravedere un piccolo bagliore di luce nella strada ancora lunga e tortuosa di Jannik. Insomma, l'ansia con il break del nono gioco del quarto set diventava meno invadente e facevo posto alla speranza; e così siamo giunti al quinto e decisivo set.

L'adrenalina. Ormai gasati per il cambio di marcia e la fiducia ritrovata del nostro campione, complice anche un Medvedev a corto di energie, l'adrenalina pervadeva il mio corpo e quello degli amici del circolo tennis presso il quale ci eravamo riuniti per assistere alla finale. Ma l'adrenalina si sa, è la conseguenza di forti emozioni, e il nostro picco lo abbiamo avuto con il break del sesto gioco del quinto set. 

Non tutte le storie sono a lieto fine, questa sì ed è finita con un ragazzo di 22 anni dai capelli rossi sdraiato a terra esausto, consapevole dell'impresa, perché tale è se sei a un passo dalla disfatta, ti rialzi e trionfi. Questo lo sanno fare solo i veri campioni.

Grazie Jannik per averci trascinato in questo memorabile successo insieme a te e per averci regalato l'ultima emozione non citata precedentemente: la gioia.

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