Dopo 47 anni l'Italia torna a vincere la Coppa Davis battendo l'Australia nei due match di singolare


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La premiazione dell'Italia che vince la Coppa Davis 2023
La premiazione dell'Italia che vince la Coppa Davis 2023

Quanta attesa, quanta sofferenza per questa Coppa Davis. E pensare che eravamo partiti con le critiche a Jannik Sinner per la rinuncia alla precedente convocazione per gli incontri di Bologna a metà settembre, per poi contestare le scelte di capitan Volandri nel non convocare Fabio Fognini o, per esempio, nello schierare un Lorenzo Musetti sotto tono contro la Serbia. Ma si sa, i capitani di Davis sono sempre stati criticati da chi adagia il proprio sedere in poltrona e giudica. Nonostante le critiche, le condizioni dei nostri giocatori e il fatto stesso che la finale di Davis si giochi al termine di un calendario estenuante di tornei, gli azzurri hanno dimostrato di saper fare gruppo, anche soffrendo, tenendo a questa competizione e a un’insalatiera che non tocca l’espositore italiano dal 1976.

Così, dopo la strada in salita con la sconfitta di Lorenzo Musetti contro la Serbia e dopo la vittoria di Super Sinner contro il numero 1 al mondo Novak Djokovic, immolando peraltro le residue energie per portare a casa il doppio insieme all’amico Lorenzo Sonego, siamo arrivati in finale per proseguire questa avventura a Malaga, che sembra averci portato fortuna.

Domenica 26 novembre ore 16. Gli italiani sono inchiodati davanti allo schermo per sostenere i fantastici ragazzi del nostro team; fino a ieri non ci credevi, ma oggi cominci a realizzare che sei in finale e sei anche nervoso. Tra l’altro, il buon Matteo Arnaldi ci ha fatti soffrire fino all’ultimo punto: dopo averci illuso nel primo set, infatti, è improvvisamente sprofondato in una depressione durata un intero set (perso 6-2), che lo ha reso deconcentrato e falloso. Il terzo set è stata tutta sofferenza: se non sbaglio 7 palle break salvate e spesso sotto 15-40. Per fortuna Matteo, gran cuore e testa, è rimasto lì fino ad approfittare del passaggio a vuoto dell'australiano Popyrin. Insomma, dopo 2 ore e mezza circa braccia al cielo di Matteo e abbiamo potuto tirare un sospiro di sollievo e sgranchirci le gambe nell'attesa di Sinner - De Minaur.

Tutta la sofferenza e l’ansia del match di Arnaldi contro Popyrin è svanita in men che non si dica con l’ingresso in campo di Jannik Sinner, che ha affrontato un buon De Minaur, ma lontano anni luce dal livello sublime del nostro azzurro. Non c’è molto da dire sulla partita, un secco 6-3 6-0 dice tutto, quasi incommentabile per via dei colpi potenti e precisi dell’italiano: ace, servizi vincenti, passanti, discese a rete e recuperi straordinari hanno entusiasmato il pubblico che, subito dopo il primo game e mezzo, in cui De Minaur ci aveva illuso di regalare un match combattuto, aveva già capito l’esito finale.

Non possiamo che essere orgogliosi di questa storica giornata sportiva, per averla vissuta anche noi che non c’eravamo nel lontano 1976, un traguardo raccontato dai nostri genitori. Godiamoci questa gioia ringraziando Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Simone Bolelli e il capitano Filippo Volandri per quanto hanno saputo costruire, per aver creduto in questo progetto, per averci permesso di vedere inciso nell’insalatiera più famosa del mondo “2023 Italia” a distanza di 47 anni.

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