Lisbona è sempre una buona idea. Il mio tour tra architettura e tradizione


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Lisbona. Vista panoramica della città
Lisbona. Vista panoramica della città

Il mio viaggio in Portogallo è iniziato cinque anni fa, quando per la prima volta sono atterrata in questa terra sferzata dal vento e intrisa del profumo di oceano, baccalà e sardine.

A chiunque mi chieda perché tornare in un posto in cui si è già stati (e aggiungerei, perché no?), rispondo che questo è stato il mio auspicio sin dall’esatto momento in cui sono rientrata a Palermo, tanto ne sono rimasta affascinata.

Raggiungere Lisbona da Palermo è stata cosa poco semplice, vuoi perché sono stata costretta a prendere ben quattro voli (a gennaio non avevano ancora introdotto i voli diretti), vuoi perché prenotare una sistemazione qualunque quando sei una viaggiatrice solitaria è un grande ostacolo. Chiaramente tutto dipende da quanto si voglia investire nell’alloggio, ma se come nel mio caso si cerca semplicemente un posto in cui poter riposare in modo degno, e con il minimo indispensabile di servizi, le alternative sono o Airbnb, che nel caso specifico proporrà dalla stanza singola in appartamento condiviso all’intero appartamento o il posto letto/camera privata in ostello; ho optato per l’ostello, che mi garantiva la colazione. Ci sono però degli elementi da considerare quando si vuole prenotare un alloggio a Lisbona, ovvero le distanze, ma soprattutto le pendenze, altrimenti rischiate dopo una lunga giornata trascorsa a camminare per la città, di dover affrontare un’ulteriore prova di forza per raggiungere il vostro letto. L’ostello in cui ho alloggiato è il Rossio Hostel, si trova in una posizione piuttosto centrale, molto comodo per gli spostamenti sia a piedi che con i mezzi perché vicinissimo alla stazione dei treni e alla fermata della linea verde della metropolitana, ma perde punti perché si trova al secondo piano di una palazzina, con le camere a terzo e quarto piano ed è sprovvisto di ascensore, quindi non adatto a persone con difficoltà motorie. Mi ha offerto un’ottima colazione, ma la sistemazione non è stata proprio delle più confortevoli.  

Il primo giorno a Lisbona è iniziato alle 16:40 di un lunedì di fine maggio, la città mi ha accolta con un cielo nuvoloso e un vento fresco, piccoli dettagli che non mi hanno impedito di andare a gustare la prima di una lunga serie di "pastel de nata" [FOTO] (quelle de "la Fàbrica da Nata" sono ottime) e salutare il Tago, fiume più lungo del Portogallo, che fa da spartiacque tra due parti della città collegate da due ponti: il Ponte 25 de Abril e il Ponte Vasco da Gama.

Il secondo giorno è iniziato il mio tour in città, partendo dai principali poli di interesse storico. Prima di tutto ho visitato il convento Do Carmo [FOTO], in ristrutturazione al momento del mio soggiorno a Lisbona. Il convento in stile gotico, la cui fondazione risale al 1389, ha subito enormi danni durante il gravissimo terremoto che distrusse buona parte della città nel 1755, lasciando la struttura priva di una copertura. In origine era stata prevista la ricostruzione della chiesa, ma durante i lavori che ebbero luogo in piena età romantica, si decise di non portare a compimento l’opera, in modo da conformarsi perfettamente ai dettami dello stile allora contemporaneo, che vedevano nelle rovine un elemento di grande fascino. Così, oggi, varcando la soglia d’ingresso del convento, ci si ritrova in questo spazio delimitato da pilastri e arcate che fanno da cornice al cielo.

Dopo questo tuffo nella storia della città, sono andata alla ricerca del verde. Così, cominciando ad affrontare le famigerate pendenze di Lisbona, mi sono diretta all’orto botanico, un’oasi verde al centro della città che merita una visita, soprattutto se volete prendere una boccata d’aria e ripararvi un po' dal caldo. 

Nel pomeriggio, per nutrire la mia anima architettonica, sono andata a fare una gita nel quartiere di Benfica (che si raggiunge agevolmente con un viaggio di 15 min in treno partendo dalla stazione di Rossio). A Benfica risiedono alcuni poli universitari della città di Lisbona, tra cui il politecnico e la Scuola di musica di Lisbona [FOTO], struttura progettata dall’architetto portoghese João Luís Carrilho da Graça, ragione per cui ho voluto visitare questa parte della città.
Una delle caratteristiche che rendono riconoscibili le architetture di João Luís Carrilho da Graça è l’utilizzo di volumi bianchi dalla forma regolare, che sembra quasi fluttuino sul suolo. Nello specifico, la scuola di musica di Benfica, sviluppata come una conchiglia, si presenta all’esterno come un parallelepipedo poggiato su una maglia di pilastri che alternano sia la giacitura, essendo in parte inclinati e in parte perpendicolari al piano di calpestio, sia il colore, alcuni sono bianchi e altri neri. Superata la maglia di pilastri ci si ritrova dinanzi a un fondale giallo che accoglie una scala lignea che dal piano zero conduce alla seconda elevazione della scuola, in un terrazzo giardino caratterizzato da un prato che scandisce lo scorrere delle stagioni, motivo per cui in questa stagione troverete i fili d’erba ingialliti. Percorrendo la scala fino alla sua sommità, se avrete fortuna, potrete godere della musica prodotta dagli allievi della scuola, che viene perfettamente amplificata e diffusa all’interno di questo giardino sospeso.

Il terzo giorno, dopo una falsa partenza per Sintra, ho deciso di continuare il mio tour della città, così mi sono incamminata verso il Castelo di Sao Jorge. All’interno si gode di una prospettiva totale della città; attraverso un notevole saliscendi per raggiungere le varie quote su cui si sviluppa la fortezza è possibile ammirare ogni angolo della capitale. Così, tra uno scorcio della città e l’incontro con qualche imponente pavone abitante del castello, ho raggiunto la fine del percorso museale, il sito archeologico di Praça Nova [FOTO]. Nel 2010 è stato oggetto di un restyling, che porta l’inconfondibile firma dall’architetto João Luís Carrilho da Graça. Una struttura semplice, bianca, lineare che fa da recinto alle rovine, ponendosi a contrasto con il tipico colore dell’acciaio corten, scelto come elemento che va a delimitare l’area dei resti archeologici.

Dopo un pranzo nel ristorante "o Corvo", dal sapore internazionale, ma ahimè poco locale, che si trova immerso nel quartiere di Alfama, in una location molto bella, mi sono documentata per raggiungere il centro d’arte e cultura di Lisbona LX Factory, un piccolo villaggio che sorge al posto di una vecchia zona industriale, rivisitata per ospitare tanti artigiani, ristoranti, locali, negozi vari; vi trova spazio anche una bellissima biblioteca [FOTO] realizzata all’interno di una vecchia tipografia. Luogo molto caratteristico anche perché sorge all’ombra delle arcate su cui si snoda il Ponte 25 de Abril, richiamando un po’ alla mente il ponte di Brooklyn.

Il quarto giorno è stato il giorno della gita fuoriporta, prendendo il treno dalla stazione di Rossio, sono infatti andata a Sintra, località a 40 minuti da Lisbona. Sintra è una città molto caratteristica, che si schiude tra colline fitte di vegetazione interrotta a tratti dalla presenza di storici palazzi che sembrano ornati da merletti. 
Per visitare con calma Sintra ci vorrebbero un paio di giorni, in modo da poter accedere ai vari palazzi; purtroppo, ho trascorso in città soltanto mezza giornata e ho visitato la "Quinta da Regaleira"

Si tratta di un palazzo realizzato nei primi anni del ’900 dall’architetto italiano Luigi Manini, circondato da un grandissimo giardino che, attraverso numerosi percorsi, conduce a diversi punti di interesse: fontane, sedute che sembrano sbucare direttamente dal suolo, dei belvedere che si affacciano sulla città. 
Ma vero protagonista incastonato tra la caratteristica vegetazione del giardino, caratterizzata dalla presenza di specie esotiche e proveniente da tutto il mondo, è il pozzo iniziatico [FOTO], una struttura che sembra essere stata concepita dal mondo delle fiabe.

Alla sera, grazie al suggerimento di un’amica che vive ormai a Lisbona da qualche anno, mi sono immersa in quella che è una delle feste più caratteristiche della città, la festa di Sant’Antonio, che dura praticamente tutto il mese di giugno e interessa in modo particolare il quartiere di Alfama [FOTO]. Durante queste serate di festa le vie di Lisbona si riempiono di festoni, lanterne e bancarelle. Protagoniste di queste serate sono su tutto le sardine, arrostite letteralmente ad ogni angolo del quartiere e servite intere su una fetta di pane. Altro piatto protagonista è la "bifana", un panino farcito da una fetta di carne di maiale condita con olio e aromi vari. La festa di Sant’Antonio, protettore delle promesse di matrimonio, porta con sé una tradizione molto romantica e profumata, il 13 giugno infatti gli innamorati si scambiano un vasetto di basilico.

L’ultimo giorno l’ho trascorso esplorando la città in modo del tutto casuale, facendomi ispirare dalle stradine, dagli odori e dalle voci, accompagnata da un buon libro "la testa perduta di Damasceno Monteiro" di Antonio Tabucchi, scrittore italiano molto legato al Portogallo, che ha ambientato molti dei suoi romanzi tra Lisbona e Porto e che è riuscito a regalarmi l’ultima inaspettata emozione portoghese. 

La testa perduta di Damasceno Monteiro

Tornare a Lisbona, è stato il più bel regalo che potessi farmi, e decidere di farlo da sola è stata la decisione migliore che potessi prendere.

Viaggiare da soli può far paura, ma a volte dobbiamo solo mettere a tacere quella voce che ci elenca tutti i contro e far vincere quella che guarda al lato positivo. 

Obrigada Lisbona, ci rivediamo presto.

I luoghi visitati a Lisbona

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